sabato 25 settembre 2010

Flickr and Getty

Flickr è un portale fotografico che i primi tempi disdegnavo. Mi sembrava poco appetibile. Ora che l’ho scoperto e che navigo nella comunità dei flickeriani, non ne posso più fare a meno. Di caricare le mie immagini, di creare set ed aggiungere le mie foto ai più vari gruppi fotografici. E di esplorare. Ci sono dei veri e propri trend su flickr e fotografi sorprendentemente talentuosi. Flickr può essere anche come una vetrina per presentare a varie tipologie di persone i lavori che si fanno (senza doversi fare un sito appositamente). Ma su flickr si può anche vendere ed infatti è stato un piacere scoprire che la prestigiosa Getty Images va a pescare le immagini più interessanti “commercialmente” e le vende sul suo sito. Fantastico! E infatti postando alcune foto su un gruppo apposito, gli editor di Flickr hanno scelte alcune delle mie immagini che sono andate ad aumentare lo stock di Getty!
Niente male! Keep working!

© Elena Fantini 2010

lunedì 23 agosto 2010

Le riviste online


Il mondo delle riviste online è sempre più ricco. Sul sito issu.com si possono trovare, sfogliare e leggere tantissime riviste di vario genere, alcune delle quali vengano anche stampate e distribuite, mentre altre rimangono solo consultabili online. Completamente gratuite, le più interessanti sono dedicate al design, alla moda e alla fotografia. Ora che iniziano a spopolare strumenti elettronici di lettura come i touch screen (vedi l’Ipad, kindle and so on), la rivista online inizia ad acquistare quel peso e, talvolta, quell’autorevolezza che fin’ora le era pressoché preclusa al grande pubblico. Infatti molti editori della carta stampata stanno iniziando a pensare le loro riviste come consultabili completamente online. Se è così per il quotidiano, forse lo sarà anche per il magazine. Peccato perché la carta patinata di certe riviste è bellissima, perché te le puoi portare ovunque e non devi ricaricarla. Ma il vantaggio dell’elettronica è la quantità, la scelta, l’economia e un po’ di ecologia (consumo energia per caricare l’apparecchio ma risparmio in carta, inchiostro, trasporto…etc).

E qui con il digitale possiamo diventare tutti editori! Come i blog hanno fatto di chiunque uno scrittore o un opinionista, il magazine digitale sdogana l’editoria. Può darsi che la qualità cali, come paventano in tanti (soprattutto i “detentori” della Cultura), ma a leggere e sfogliare certe riviste online di fotografia e a vedere le immagini che pubblicano, c’è da tirare un sospiro di gioioso sollievo. Tanto che, parlando della carta stampata, in Italia una delle poche riviste fotografiche che si possono definire davvero tali sia ZOOM. Attuale e veramente molto bella non solo nei contenuti ma anche nell’impostazione grafica. Le altre sembran spesso fatte da o per principianti dell’immagine. Se non fosse per le notizie tecniche su attrezzature varie, che a volte ci si chiede se non sian sotto sotto sponsorizzate da qualche casa costruttrice. Ma comunque ben venga il pluralismo editoriale. Starà a noi scegliere e discernere. Già riviste online come BLUR magazine e FOTOBLUR sono la prova che la qualità esiste senza per forza avere dietro case editrici “rinomate” o appartenere alla carta stampata. Anzi, qui si ha l’opportunità di vedere lavori molto interessanti, emozionanti e originali. Anche banali a volte, ma questo non è solo appannaggio delle riviste online.

A chiuder quest’ode alla rivista online cito un recente avvenimento: un editore titolato ed autorevole come Einaudi non ha pubblicato Il quaderno dello scrittore portoghese José Saramago perché apertamente contro l’attuale governo.

Ode quindi all’universo virtuale popolato di riviste, blog e scritti liberi da qualsiasi logica di “mercato” e di potere.

© Elena Fantini 2010

venerdì 20 agosto 2010

Finiscono le ferie ed iniziano i festival

“Finalmente” le ferie stanno finendo e con loro quella svogliatezza tipica delle estati afose. Basta gelati, cocomeri, bagni di sole e tuffi nel mare. Ci si rimette davanti al pc, si fa ordine fra le proprie carte, si ripongono i romanzi letti sotto l’ombrellone e si incomincia a programmare. Settembre è il mese dei nuovi progetti ma soprattutto dei festival: festival del pd, festival della letteratura, festival della poesia, festival dell’uva, festival della filosofia, festival della fotografia…! L’autunno è sempre un tripudio di feste, eventi, attività. Forse per esorcizzare l’estate che sta finendo? In realtà dopo essersi rinfrancati nei mesi estivi dal peso dell’inverno, l’autunno a me appare come un inizio, pieno di buoni propositi. Probabilmente è un retaggio che proviene dagli anni scolastici, quando a settembre tutto ricominciava e il profumo dei libri nuovi ci faceva addirittura venir voglia di studiarli.

E a parlar di festival di certo va citato Savignano Immagini che è un evento spesso ricco di mostre molto interessanti (ricordo in primis la splendida mostra di Sarah Moon nel 2008) e per niente retoriche. Durante questa kermesse (fa molto Sanremo questa parola) viene premiato il miglior portfolio (Portfolio in piazza) ed anche questo è un evento di tutto rilievo soprattutto per la qualità altissima dei lavori premiati. Fra le mostre di quest’anno ci saranno Martin Parr con Made in Italy [sul Rubicone] (videoproiezione del lavoro fotografico realizzato dal fotografo presso le industrie della moda del territorio del Rubicone), Roger Ballen con Boarding House, Silvia Camporesi con Down By The Water, Simon Roberts con We English (un progetto sull’identità inglese) ma fra tutti quello che più mi incuriosisce è The Roma journeys di Joakim Eskildsen dove l’autore insieme alla scrittrice Cia Rinne, ha viaggiato in sette diversi paesi europei al fine di ottenere una panoramica della vita dei rom e delle condizioni che devono affrontare. Se pensiamo alle ultime notizie sulla Francia e alla polemica sul giro di vite imposto dal presidente Nicolas Sarkozy su nomadi e rom, con sgomberi di campi abusivi e il rimpatrio, questo lavoro acquista un’attualità sorprendente. Dal 10 al 12 settembre 2010.

© Elena Fantini 2010

venerdì 11 giugno 2010

Le incantevoli mostre

Causa mancanza di tempo, son riuscita finalmente a vedere tutte le mostre UFFICIALI del festival della fotografia la scorsa settimana in un full immersion da record. Un’esperienza interessante direi ma non sempre incantevole. Da segnalare sicuramente due mostre che mi hanno particolarmente colpito: Al di là delle apparenze opache e A sud del confine a ovest del sole.

© Thomas Wrede
La prima, Al di là delle apparenze opache, è esposta presso il Museo Frati Cappuccini. Location nuovissima e bellissima. Si tratta di una collettiva di vari artisti curata da Gigliola Foschi. Affascinante. Le immagini FRAMED di Martina Della Valle, quando il piccolo è potente. Le costellazioni di pietra di Jari Silomäki nel “PERSONAL WARSTORIES OF AN OUTSIDER”. Quei fori di proiettili che sembrano indicare costellazioni nei muri devastati dalla guerra. LE PORTE REGALI di Martina Dinato che si aprono su mondi che ti sembrano ricordare qualcosa del tuo passato ma che forse non hai mai vissuto. Gli scorci soggettivi, coloratissimi e indefinibili di Nunzio Battaglia. I paesaggi grandiosi ed ambigui di Thomas Wrede. Questi sono solo alcuni dei 17 artisti che animano questa emozionante esibizione. Citando la descrizione sulla guida “le loro opere divengono spazi di scoperta e d’incanto in cui la realtà non appare più nella sua “opacità”, per aprirsi invece a una dimensione nascosta ed evocativa”.

© Alessandro Rizzi
La seconda mostra che mi ha maggiormente colpito è quella del fotografo Alessandro Rizzi. Pur conoscendo sia lui che le sue opere, è sempre una piacevole sorpresa poter ammirare i suoi lavori. Rizzi cita il titolo di un romanzo di Murakami per intitolare la sua mostra. E il soggetto è appunto il Giappone. Ma traspare un Giappone più nostalgico ed interiorizzato. Le sue immagini rimandano all’invisibile, ai luoghi intimi dell’anima, all’introspezione che in Giappone è il modo di esprimersi nei rapporti umani.

Delle altre mostre, sono rimasta affascinata più dai luoghi dove erano esposte che dalle opere esibite. Dalla Sinagoga in Via dell’Aquila ai chiostri di San Pietro. Luoghi poco conosciuti ma ricchi di fascino.

Museo Frati Cappuccini - Via Ferrari Bonini 6 - Reggio Emilia
Spazio Corso Garibaldi - Corso Garibaldi 7 - Reggio Emilia
© Elena Fantini

mercoledì 26 maggio 2010

I have to think about Alexandra

Venerdì ho visitato la mostra di Alexandra Vogt presso lo spazio Lungoscrostolo.
Bellissimo l’allestimento e altrettante magiche le opere. Armadi di legno sbiancato con al posto delle ante le immagini della Vogt retro-illuminate. Lightbox di acciaio “sparsi” sul pavimento che ritraggono i luoghi esteriori (“la ruvida natura tedesca”) ed interiori dell’artista. I cavalli come presenza fissa. Ma ciò che ho più ammirato è proprio la simbiosi fra umano e cavallo. Gli animali non appaiono tali ma sembrano amici, compagni di giochi ed avventure. Ma qui non siamo certo nel magico mondo della Disney. Siamo ad un livello più aulico dove animale e uomo sono semplicemente esseri viventi che interagiscono fra loro senza il filtro di ruoli predefiniti. Il cavallo pare partecipare ironico ed indulgente alle messinscene della Vogt, che però travalicano la mera finzione per diventare espressione sincera delle complicità simbiotica fra l’artista e i suoi modelli. L’installazione degli armadi mi pare enfatizzare questa sensazione. Forse le risposte agli interrogativi che le immagini della Vogt originano sono nascosti dentro gli armadi chiusi mentre quello che vediamo fuori vividamente illuminato è solo l’illusione di aver capito tutto.
© Elena Fantini

mercoledì 19 maggio 2010

What a location!!!

Siamo degli apripista noi di 4art!
Infatti, pare che l’assessore alla cultura di Reggio dopo aver apprezzato la nostra mostra del 2009 nonché lo spazio in cui era allestita, quest’anno abbia deciso di affittare lo spazio suddetto ed assegnarlo ad un’artista tedesca e al gruppo di Refoto. Beh, che dire, siamo lieti di aver aperto nuove porte all’arte. Peccato che tanto apprezzamento non abbia contribuito a trovare uno spazio anche per noi. Ma consapevoli che nessuno fa niente per nessuno (soprattutto se sprovvisto di tessere) con il nostro abituale slancio, abbiam trovato uno spazio originale e organizzato una mostra che a detta di molti visitatori è pienamente riuscita. 4+2-1 è stata è allestita in un appartamento privato che per due settimane è diventato come d’incanto una galleria d’arte.

Scusatemi la presunzione ma devo ammettere che effettivamente abbiam fatto un buon lavoro e siamo stati capaci di trasmettere il nostro senso dell’incanto. Se non altro tutti i visitatori (e finalmente ci ha visitato qualche vero critico!) son stati soddisfatti della nostra esibizione!! Grazie a tutti!

La mostra comprende fotografie, installazioni e video declinati sul leitmotiv dell’INCANTO.
Last night I had the strangest dreams” di Elena Fantini sono una serie di notturni in bilico fra realismo e fantasia. Gli scatti, intrisi di suggestioni letterarie, pittoriche e cinematografiche, sono un occhio che si apre sulla sottile linea di confine tra il mondo reale e quello immaginario.

 

Diego Parolini presenta KOAN un progetto in cui fotografia e video interagiscono in un sottile equilibrio fatto di ambiguità e duplicità, in cui il tema dell'incanto viene presentato nella sua accezione meno comune e più crudele, di illusione e sortilegio, dentro cui ci perdiamo.  
Ab 08.10.09 è il titolo del lavoro di Karyn Bernini che ci racconta il potere, l’incredibile unicità di certi avvenimenti naturali. Come questi possano dare alla nostra vita nuova linfa vitale e cambiarci, trasformarci nell’arco di poche ore. Di seguito tutto gravita attorno a questo centro, compresa la nostra stessa esistenza.
Nel Bazar Vampa di Simonetta Lodesani gli oggetti della nostra infanzia vengono percepiti e vissuti in maniera attuale. Non c’è spazio per la nostalgia, gli occhi che guardano sono proiettati in avanti. Infine l’infanzia di Alessandra Saccani presentata con il brand Monsieur Cucù.


lunedì 17 maggio 2010

Io voto, tu voti, egli vota e il principe vince!

A partire dall’edizione 2009 del festival della fotografia di Reggio, è partito un concorso per tutte quelle mostre che rientrano nel cosiddetto Circuito OFF (http://www.u-shot.eu/). Ad ogni mostra, personale o collettiva, è stato assegnato un codice di riferimento e potrà essere votata da visitatori e appassionati attraverso l’invio di un SMS dal 7 maggio al 13 giugno.

Anche quest’anno è possibile votare la propria mostra preferita.
Chi riceve il maggior numero di voti, viene inserito con un progetto nell’edizione 2011 della manifestazione. L’anno scorso ha vinto Sonia Panciroli con uno scarto di più di 300 voti rispetto agli altri e quest’anno partecipa di diritto a Fotografia Europea 2010 nella sezione Progetti delle mostre istituzionali.
Niente male,eh?
Eh, si. Ti offrono uno spazio che non devi pagare, ti allestiscono la mostra, la tengono aperta per tutto il mese di Fotografia Europea, è in centro ed è pubblicizzata, magari producono tutta la comunicazione loro e forse ti pagano pure le stampe ed i supporti…un sogno?

Che fare affinché si avveri?
Forse avere un bel progetto??
Forse allestire una mostra che colpisca i visitatori?
Forse essere professionali ed appassionati?
Ebbene nessuna di queste qualità, amici miei. Servono tanti amici o tanti sconosciuti che passando di lì, decidano o siano invitati a votarvi. E magari può bastare un lavoro fotografico che piaccia a tutti, popolare ecco! Pop Photo insomma!
Questo è un po’ il riassunto delle puntate precedenti. Nell’Italia delle canzonette ormai abbiam capito tutti che non vince il più bravo, ma chi sa comprare i voti! Di certo non è il caso di fotografia europea, ma se non comprati di certo non tutti meritati!
Poi c’è la questione logistica: se sei aperto per tutto il periodo allora avrai più possibilità. Se hai fatto un progetto ambizioso ma puoi rimanere aperto solo per poco tempo allora picche!
Che fatica arrivare primi quando il merito non conta! Perché è di qualità e di creatività che si parla. Perché chi ha vinto forse non era del tutto meritevole e la resa dei conti è arrivata quest’anno. Son sicura che Elio Grazioli (che tanto ci tiene a mantenere alto il livello culturale di questo festival) sarà concorde ma forse se lo terrà per sé!
E se gli organizzatori si rendessero conto che forse bisogna aggiustare il tiro? Che un tipo di concorso come questo ha bisogno di critici e curatori? Come tutti i concorsi che si rispettino, del resto. Qui non siamo in tv dove devi votare il cantante preferito o la squinzia più carina. Perché abbassare la media? E se invece un team di esperti “possibilmente non locali” se ne andasse in giro per le mostre OFF a vedere veramente chi INCANTA? Ah, è vero, allora non saremmo in Italia!

E allora VOTATE, VOTATECI, FATECI VOTARE

giovedì 13 maggio 2010

Rinko Kawauchi

@ Rinko Kawauchi

Ho visto per la prima volta alcune delle immagini di Rinko Kawauchi in Giappone sfogliando diversi volumi fotografici in una libreria di Tokyo. Sono rimasta colpita dalla luce che emanavano le sue immagini. Per qualche motivo, soprattutto logistico non ho acquistato il libro. Ho ri-incontrato Rinko in una bancarella di libri fotografici, sabato scorso, in centro a Reggio. E anche in questo caso non ho acquistato il libro. Peccato perché le sue immagini vanno lette insieme, così come l’artista le presenta, in portfoli compiuti. Vedere le singole immagini è come leggere frasi sparse di un poema.

Definirle minimaliste è certamente riduttivo, perché quello che rappresentano è un universo poliedrico e ricco di indizi. È molto giapponese il suo stile. C’è un senso forte per la purezza, per l’anima delle cose, per il rispetto della vita e la curiosità della morte. Vengono in mente i componimenti di Basho, gli haiku, i racconti di Banana Yoshimoto o di Haruki Murakami. Tutta quella luce ricorda la pelle chiara delle giapponesi, che faticano tanto a mantener lattea. E i giardini profumati dei templi scintoisti, oasi incantevoli sparse ovunque, anche nelle città più caotiche.

Ode al Giappone dunque e ai suoi artisti, capaci di una diversità rinfrancante e universale.

@ Rinko Kawauchi

Libri pubblicati: Aila 2004; Hanabi 2001; Utatane 2001; Hanako 2001; Cui Cui 2005 e The Eyes The Ears 2005

mercoledì 12 maggio 2010

Le memorie di Cattani


Qualche giorno fa sono andata a vedere la mostra di Bruno Cattani “Memorie” a Palazzo dei Principi a Correggio.

Sono esposte circa 90 fotografie dell’artista reggiano incentrate sul tema della memoria collettiva. Sono immagini molto “padane”, legate al nostro territorio ed appunto al nostro immaginario. Cattani dichiara che è proprio la memoria il sottile fil rouge che lega indissolubilmente il suo lavoro. C’è molta nostalgia nelle sue foto, fissate in un autunno eterno fatto di reminescenze e rimpianti. Mi fa venire in mente i luoghi, soprattutto interiori descritti ne "Il mondo di ieri” di Stefan Zweig, dove dello splendore dell’universo asburgico non rimanevano che cumuli di cenere.
Le immagini,a mio parere, più evocative ed interessanti, sono quelle che rappresentano spazi non identificabili, che non rappresentano un luogo specifico, ma tutti i luoghi del mondo, abbandonati e deserti. Proprio dove appaiono più lontane le “memorie” è più vicino l’onirico, è proprio lì che la poesia di Cattani è più forte. Sembrano immagini di un era post-atomica, dove l’uomo è scomparso e rimangono solo le cose a raccontare ciò che era.
Credo che il titolo “Memorie” sminuisca molto il lavoro del fotografo e lo declini troppo a un mero senso di malinconica nostalgia. La mostra vale davvero la pena di esser vista senza lasciarsi distrarre dal titolo.



Palazzo dei Principi di Correggio dal 18 Aprile al 23 Maggio 2010
Orari: sabato, 15.30-18.30, domenica e festivi: 10.00-12.30; 15.30-18.30
Ingresso: gratuito.
Informazioni:
Palazzo dei Principi: Tel. 0522/691806; museo@comune.correggio.re.it
http://www.museoilcorreggio.org/
http://www.palazzomagnani.it/

lunedì 10 maggio 2010

"Vernissage"




 





Venerdì 7 maggio abbiamo inaugurato ed è stato un successo!
L'idea di una "temporary home gallery" è piaciuta a molti e il commento di tanti è stato quello che non sembrava nemmeno di essere a Reggio Emilia...ma più a Berlino, ad esempio.
Duranti i miei numerosi soggiorni mi è capitato spesso di trovarmi in appartamenti adibiti a gallerie, discoteche, ristoranti o altro. A Berlino sperimentare è naturale. E ci piace pensare di aver copiato degnamente la "sperimentazione teutonica".

Saremo aperti un altro fine settimana...sarebbe bello poter tener aperto fino a giugno, ma le nostre risorse economiche nonchè la disponibilità di tempo, non ce lo permette!

Però son soddisfatta. Soddisfatta delle risposte positive avute dai visitatori. Bene, avanti così a tutta forza!

giovedì 6 maggio 2010

La notte e i suoi abitanti


Last night I had the strangest dream è il titolo del lavoro che presento quest’anno durante la quinta edizione della settimana della fotografia. Si tratta di un progetto già iniziato nel 2009 durante la vacanza “studio” in USA. Le due settimane di workshop all’ICP, musei e gallerie e il viaggio nei luoghi vasti e desolati del far west. Tutto questo ha contribuito a dar forma ad un idea che è diventata un progetto e che ora è in mostra in via Boiardi 4/1, a Reggio Emilia. Un progetto tuttavia in divenire, che continua ed è destinato ad ampliarsi.

La notte ha sempre avuto un effetto benefico su di me. Di notte le idee si alimentano, le visioni si allargano, le scelte appaiono meno defintive. La notte è il luogo della conciliazione con me stessa ma è anche il luogo delle paure e delle angosce, dei vuoti creati dalle ombre, dei sussulti provocati dai rumori. Terrore ed entusiasmo convivono insieme e sono le due facce della stessa realtà. È proprio nella notte più buia che prendono forma le mie visioni fotografiche, spesso ispirate da suggestioni letterarie, pittoriche e cinematografiche. Il buio totale è una barriera, un limite ma può anche diventare un varco verso qualcosa di nuovo e sconosciuto. I personaggi che ambientano questi paesaggi sembrano contrapporsi a quel buio essendo reali e visibili, ma allo stesso tempo ci ricordano quanto sia labile e sottile il limite dal quale si spalanca un mondo altro ed oscuro. È proprio da queste ambivalenze che scaturisce l’anima di questo lavoro. Da una parte il visibile che porta con sé angosce e timori. Dall’altra la fantasia che si emancipa da qualsiasi influenza razionale e può vagare finalmente libera.

© Elena Fantini

lunedì 3 maggio 2010

4+2-1 - Eventi - Premio Celeste

4+2-1 - Eventi - Premio Celeste

4+2-1


Evviva, si parte.
Venerdì 7 maggio alle ore 19.00 l’inaugurazione. E poi due week-end di apertura.



Dove siamo? Abbastanza facile. Via Boiardi. Per i Reggiani, camminando in via Toschi verso piazza san Prospero, passata la Brasserie (sulla destra) la via successiva è proprio via Boiardi. Appartamento al primo piano del civico 4 (ma esporremo cartelloni per renderci individuabili). Via Boiardi sfocia sulla via Emilia, più o meno di fronte a Max Mara.
Fra uno shopping ed un caffè, una visita alla TEMPORARY APARTMENT GALLERY è molto COOL.

Ps: per gli amici e visitatori che non conoscono Reggio…beh, vi consiglio di parcheggiare intorno al centro (ideale viale Montegrappa ), dirigervi verso via Emilia San Pietro ("lato" Modena) e via Boiardi è una laterale della via Emilia (nella cartolina invito trovate la cartina)! Vi aspettiamo!

sabato 1 maggio 2010

Associazione sì, associazione no!

Fare parte di un gruppo o ballare da soli?
Beh, questo è uno dei dilemmi che prima o poi interessa tutti in un qualsiasi o in molteplici momenti della vita. A scuola, all’università, in viaggio, al lavoro, nel tempo libero. Ed è proprio qui che si animano le espressioni più interessanti di aggregazione, perché fare le cose insieme agli altri molto spesso è gratificante, educativo e costruttivo.
Lo stesso accade per la fotografia.
Incontrarsi, scambiare opinioni, conoscere altre persone con le stesse passioni è un modo per ampliare i propri campi visivi e provarsi in un nuove sfide. Talvolta le associazioni sono serie, interessate, radicate e produttive. Pongono domande e pretendono risposte. Una di queste è di certo Refoto della quale ho fatto parte per qualche anno. Lì la mia passione fotografica è diventata finalmente consapevole e matura; le mie capacità si sono ampliate e diversificate. I corsi sono professionali (se si pensa alla struttura e ai costi esigui), gli incontri sempre interessanti con fotografi professionisti, le sfide sempre nuove e interessanti.
Ma associazione fa rima con prigione?
Non si balla da soli quando si è in gruppo. Devi esser fedele a regole non scritte ma condivise. Non ci sono mezze misure o sei fuori o sei dentro. Peccato. Peccato per gli amici, per gli incontri, per i progetti compiuti e per tutto il resto che si poteva ancora fare insieme.
Così senza mezze misure e senza nessun sconto, son fuori.
Si sa, noi viviamo per cambiare e le cose cambiano per vivere. La passione si alimenta con altre sfide, più alte e più lontane.
Avere un appoggio rinfranca sempre gli spiriti indecisi e nel decennio della condivisione a tutti i costi, ballare da soli è un paradosso.
Ma gli agi ingrassano ed indeboliscono l’animo e la comodità è nemica dei grandi viaggi…
I bei ricordi rimangono, ma forza, avanti, da soli, un passo di valzer, una storta alla caviglia, ahi, e ancora un altro passo, più deciso stavolta, risoluti, e via ballando, mentre la musica continua a suonare…


© Elena Fantini 2010

giovedì 29 aprile 2010

LOCATION



L’anno scorso abbiamo esordito con la mostra 4+2+1. Eravamo quattro fotografi che si confrontavano con una nuova sfida, quella di organizzare una mostra da soli, senza aiuti. Con noi si sono uniti due designer di moda ed un’artista che ha portato con sé il suo bagaglio di oggetti e quadri unici ed affascinanti. E la sfida è riuscita. La mostra è piaciuta. I nostri sacrifici ripagati dalla soddisfazione. Niente male per la prima volta da soli.
Quest’anno abbiam deciso di mantenere più o meno la stessa formula,invitando questa volta un’artista e designer e rimanendo quindi in 5. Di qui: 4+2-1. Per una questione di continuità. Si sa, le cose ridette rimangono.
Per quest’edizione volevamo essere in centro a Reggio. Ovviamente il comune non è riuscito ad aiutarci con nessun spazio. Anche se il nostro progetto era piaciuto e noi apparsi più che convincenti, non c’è stato nulla da fare. Solo bar e negozi. Quindi armati del medesimo spirito, abbiam cercato uno spazio alternativo. Si sa i negozi sfitti in centro sono un’ottima occasione. Una vetrina sulla città. Ma la sicurezza che siano disponibili proprio solo quelle due settimane in cui ti servono e che te lo possano confermare con due mesi almeno di anticipo, è quantomeno remota. E infatti no shop, no party.
Ma chi si scoraggia?
E quindi noi allestiamo un appartamento sfitto. In centro a Reggio. Ognuno di noi ha una stanza dove esibire il proprio lavoro, ciò in cui crede e per cui si emoziona. Speriamo di emozionare anche chi ci visiterà.

giovedì 25 marzo 2010

Lasciamoci incantare


Quest'anno il tema della settimana della fotografia europea è l'INCANTO. Ci hanno detto che a causa dei numerosi tagli, l'evento sarà ridotto rispetto alle scorse edizioni, le mostre aperte soltanto nei week-end e meno numerose (pare). E' probabile che quelle "istituzionali" lo siano (siccome sono finanziate dal comune) ma son sicura che la città si riempirà di micro-mostre ovunque. I panettieri, le macellerie, i negozi, tutti esporanno il simbolo d'appartenenza all'evento seppure esponendo anche solo un'immagine. Non so ancora quanto la quantità porti alla qualità dell'evento (preferiremmo che i mobiliaristi di Reggio facessero lo stesso aprendo il loro ambienti sfitti a mostre di ben più ampio respiro) ma di buono c'è la partecipazione. E di questi tempi che una città aderisca ad un evento culturale è già un primo buon passo. Però ho come l'idea che questo non vada oltre. Al di là dell'impeto di tutti di esporre qualcosa, a cosa serve tutta questa visibilità? A moltiplicare gli eventi culturali anche in periodi extra-festival? A sollecitare gli enti ad investire in ulteriori mostre o workshop o scambi culturali "europei"? Dove sono i critici, le riviste, gli editor ossia quelli che alimentano gli eventi? Se ne vanno in giro a vedersi le mostre istituzionali annuendo soddisfatti e paghi di tanto sforzo intelletivo, eccoli intorno a un tavolo a gustare i tortellini di Reggio che son tanto buoni. In questa Italia che guarda la cultura dall'alto al basso, la tavola ci livella tutti.
©Elena Fantini

mercoledì 24 marzo 2010

Riviste di fotografia online

Che internet sia ormai diventato un’abituale fonte d’informazioni è cosa nota a tutti. Addirittura la televisione cita sempre più spesso notizie e curiosità provenienti dal mondo virtuale. Non c’è da stupirsi vista la velocità con cui viaggiano le notizie ma anche la facilità a reperire qualsiasi tipo di informazione. E questo vale anche per le arti. Del resto tramite internet si possono sapere orari, date e dettagli di tutte le mostre in Italia o all’estero e a volte anche visitare virtualmente gallerie o musei. Si può essere informati tramite newsletter o invitati a qualche evento tramite facebook. E non da meno è la fotografia che attraverso internet ha trovato un suo libero sfogo. Internet è diventato il mezzo più democratico (e talvolta anche meritocratico) per raccontare la fotografia in tutti i suoi aspetti, tecnici e artistici. Non ci sono vincoli e nel mare virtuale si può vedere davvero di tutto. Ognuno può crearsi un web o un blog, o postare le proprie immagini su facebook, myspace, flickr, etc. Ho sentito tantissimi fotografi parlare di overdose fotografica e criticare la quantità rispetto alla qualità. Ovviamente la “democrazia” permette la parola a tutti e di conseguenza si vedranno immagini dilettantesche vicino a grandi capolavori. Ma credo che abbiano perso di vista un aspetto preciso: la libertà di espressione che è di tutti e la libertà di scelta, ovvero di imparare a discernere da ciò che piace e che è di qualità, da ciò che invece è banale o mediocre. Ma non è lo stesso principio alla cui base è la nostra vita. La conoscenza è una qualità che va costantemente alimentata e non un momento univoco che termina con la fine degli studi.
Ma al di là di queste disquisizioni di poca importanza, c’è il fatto che internet ci offre grandi opportunità. Per chi le vuole cogliere ovviamente.
E nel maremagnum delle pubblicazioni fotografiche online (che non son poi tante in realtà) ho scoperto BLUR MAGAZINE: una rivista ONLINE e GRATUITA che esce virtualmente ogni tre mesi ed è scaricabile come pdf dal loro sito (www.blur-magazine.com) . La rivista è croata ma tradotta in inglese e comunque quello che ti colpisce son proprio le immagini ed i portfoli dei vari artisti pubblicati. Un esempio di “democrazia” perché gli editor invitano i lettori a mandargli le loro immagini o i loro portfoli.