mercoledì 26 maggio 2010

I have to think about Alexandra

Venerdì ho visitato la mostra di Alexandra Vogt presso lo spazio Lungoscrostolo.
Bellissimo l’allestimento e altrettante magiche le opere. Armadi di legno sbiancato con al posto delle ante le immagini della Vogt retro-illuminate. Lightbox di acciaio “sparsi” sul pavimento che ritraggono i luoghi esteriori (“la ruvida natura tedesca”) ed interiori dell’artista. I cavalli come presenza fissa. Ma ciò che ho più ammirato è proprio la simbiosi fra umano e cavallo. Gli animali non appaiono tali ma sembrano amici, compagni di giochi ed avventure. Ma qui non siamo certo nel magico mondo della Disney. Siamo ad un livello più aulico dove animale e uomo sono semplicemente esseri viventi che interagiscono fra loro senza il filtro di ruoli predefiniti. Il cavallo pare partecipare ironico ed indulgente alle messinscene della Vogt, che però travalicano la mera finzione per diventare espressione sincera delle complicità simbiotica fra l’artista e i suoi modelli. L’installazione degli armadi mi pare enfatizzare questa sensazione. Forse le risposte agli interrogativi che le immagini della Vogt originano sono nascosti dentro gli armadi chiusi mentre quello che vediamo fuori vividamente illuminato è solo l’illusione di aver capito tutto.
© Elena Fantini

mercoledì 19 maggio 2010

What a location!!!

Siamo degli apripista noi di 4art!
Infatti, pare che l’assessore alla cultura di Reggio dopo aver apprezzato la nostra mostra del 2009 nonché lo spazio in cui era allestita, quest’anno abbia deciso di affittare lo spazio suddetto ed assegnarlo ad un’artista tedesca e al gruppo di Refoto. Beh, che dire, siamo lieti di aver aperto nuove porte all’arte. Peccato che tanto apprezzamento non abbia contribuito a trovare uno spazio anche per noi. Ma consapevoli che nessuno fa niente per nessuno (soprattutto se sprovvisto di tessere) con il nostro abituale slancio, abbiam trovato uno spazio originale e organizzato una mostra che a detta di molti visitatori è pienamente riuscita. 4+2-1 è stata è allestita in un appartamento privato che per due settimane è diventato come d’incanto una galleria d’arte.

Scusatemi la presunzione ma devo ammettere che effettivamente abbiam fatto un buon lavoro e siamo stati capaci di trasmettere il nostro senso dell’incanto. Se non altro tutti i visitatori (e finalmente ci ha visitato qualche vero critico!) son stati soddisfatti della nostra esibizione!! Grazie a tutti!

La mostra comprende fotografie, installazioni e video declinati sul leitmotiv dell’INCANTO.
Last night I had the strangest dreams” di Elena Fantini sono una serie di notturni in bilico fra realismo e fantasia. Gli scatti, intrisi di suggestioni letterarie, pittoriche e cinematografiche, sono un occhio che si apre sulla sottile linea di confine tra il mondo reale e quello immaginario.

 

Diego Parolini presenta KOAN un progetto in cui fotografia e video interagiscono in un sottile equilibrio fatto di ambiguità e duplicità, in cui il tema dell'incanto viene presentato nella sua accezione meno comune e più crudele, di illusione e sortilegio, dentro cui ci perdiamo.  
Ab 08.10.09 è il titolo del lavoro di Karyn Bernini che ci racconta il potere, l’incredibile unicità di certi avvenimenti naturali. Come questi possano dare alla nostra vita nuova linfa vitale e cambiarci, trasformarci nell’arco di poche ore. Di seguito tutto gravita attorno a questo centro, compresa la nostra stessa esistenza.
Nel Bazar Vampa di Simonetta Lodesani gli oggetti della nostra infanzia vengono percepiti e vissuti in maniera attuale. Non c’è spazio per la nostalgia, gli occhi che guardano sono proiettati in avanti. Infine l’infanzia di Alessandra Saccani presentata con il brand Monsieur Cucù.


lunedì 17 maggio 2010

Io voto, tu voti, egli vota e il principe vince!

A partire dall’edizione 2009 del festival della fotografia di Reggio, è partito un concorso per tutte quelle mostre che rientrano nel cosiddetto Circuito OFF (http://www.u-shot.eu/). Ad ogni mostra, personale o collettiva, è stato assegnato un codice di riferimento e potrà essere votata da visitatori e appassionati attraverso l’invio di un SMS dal 7 maggio al 13 giugno.

Anche quest’anno è possibile votare la propria mostra preferita.
Chi riceve il maggior numero di voti, viene inserito con un progetto nell’edizione 2011 della manifestazione. L’anno scorso ha vinto Sonia Panciroli con uno scarto di più di 300 voti rispetto agli altri e quest’anno partecipa di diritto a Fotografia Europea 2010 nella sezione Progetti delle mostre istituzionali.
Niente male,eh?
Eh, si. Ti offrono uno spazio che non devi pagare, ti allestiscono la mostra, la tengono aperta per tutto il mese di Fotografia Europea, è in centro ed è pubblicizzata, magari producono tutta la comunicazione loro e forse ti pagano pure le stampe ed i supporti…un sogno?

Che fare affinché si avveri?
Forse avere un bel progetto??
Forse allestire una mostra che colpisca i visitatori?
Forse essere professionali ed appassionati?
Ebbene nessuna di queste qualità, amici miei. Servono tanti amici o tanti sconosciuti che passando di lì, decidano o siano invitati a votarvi. E magari può bastare un lavoro fotografico che piaccia a tutti, popolare ecco! Pop Photo insomma!
Questo è un po’ il riassunto delle puntate precedenti. Nell’Italia delle canzonette ormai abbiam capito tutti che non vince il più bravo, ma chi sa comprare i voti! Di certo non è il caso di fotografia europea, ma se non comprati di certo non tutti meritati!
Poi c’è la questione logistica: se sei aperto per tutto il periodo allora avrai più possibilità. Se hai fatto un progetto ambizioso ma puoi rimanere aperto solo per poco tempo allora picche!
Che fatica arrivare primi quando il merito non conta! Perché è di qualità e di creatività che si parla. Perché chi ha vinto forse non era del tutto meritevole e la resa dei conti è arrivata quest’anno. Son sicura che Elio Grazioli (che tanto ci tiene a mantenere alto il livello culturale di questo festival) sarà concorde ma forse se lo terrà per sé!
E se gli organizzatori si rendessero conto che forse bisogna aggiustare il tiro? Che un tipo di concorso come questo ha bisogno di critici e curatori? Come tutti i concorsi che si rispettino, del resto. Qui non siamo in tv dove devi votare il cantante preferito o la squinzia più carina. Perché abbassare la media? E se invece un team di esperti “possibilmente non locali” se ne andasse in giro per le mostre OFF a vedere veramente chi INCANTA? Ah, è vero, allora non saremmo in Italia!

E allora VOTATE, VOTATECI, FATECI VOTARE

giovedì 13 maggio 2010

Rinko Kawauchi

@ Rinko Kawauchi

Ho visto per la prima volta alcune delle immagini di Rinko Kawauchi in Giappone sfogliando diversi volumi fotografici in una libreria di Tokyo. Sono rimasta colpita dalla luce che emanavano le sue immagini. Per qualche motivo, soprattutto logistico non ho acquistato il libro. Ho ri-incontrato Rinko in una bancarella di libri fotografici, sabato scorso, in centro a Reggio. E anche in questo caso non ho acquistato il libro. Peccato perché le sue immagini vanno lette insieme, così come l’artista le presenta, in portfoli compiuti. Vedere le singole immagini è come leggere frasi sparse di un poema.

Definirle minimaliste è certamente riduttivo, perché quello che rappresentano è un universo poliedrico e ricco di indizi. È molto giapponese il suo stile. C’è un senso forte per la purezza, per l’anima delle cose, per il rispetto della vita e la curiosità della morte. Vengono in mente i componimenti di Basho, gli haiku, i racconti di Banana Yoshimoto o di Haruki Murakami. Tutta quella luce ricorda la pelle chiara delle giapponesi, che faticano tanto a mantener lattea. E i giardini profumati dei templi scintoisti, oasi incantevoli sparse ovunque, anche nelle città più caotiche.

Ode al Giappone dunque e ai suoi artisti, capaci di una diversità rinfrancante e universale.

@ Rinko Kawauchi

Libri pubblicati: Aila 2004; Hanabi 2001; Utatane 2001; Hanako 2001; Cui Cui 2005 e The Eyes The Ears 2005

mercoledì 12 maggio 2010

Le memorie di Cattani


Qualche giorno fa sono andata a vedere la mostra di Bruno Cattani “Memorie” a Palazzo dei Principi a Correggio.

Sono esposte circa 90 fotografie dell’artista reggiano incentrate sul tema della memoria collettiva. Sono immagini molto “padane”, legate al nostro territorio ed appunto al nostro immaginario. Cattani dichiara che è proprio la memoria il sottile fil rouge che lega indissolubilmente il suo lavoro. C’è molta nostalgia nelle sue foto, fissate in un autunno eterno fatto di reminescenze e rimpianti. Mi fa venire in mente i luoghi, soprattutto interiori descritti ne "Il mondo di ieri” di Stefan Zweig, dove dello splendore dell’universo asburgico non rimanevano che cumuli di cenere.
Le immagini,a mio parere, più evocative ed interessanti, sono quelle che rappresentano spazi non identificabili, che non rappresentano un luogo specifico, ma tutti i luoghi del mondo, abbandonati e deserti. Proprio dove appaiono più lontane le “memorie” è più vicino l’onirico, è proprio lì che la poesia di Cattani è più forte. Sembrano immagini di un era post-atomica, dove l’uomo è scomparso e rimangono solo le cose a raccontare ciò che era.
Credo che il titolo “Memorie” sminuisca molto il lavoro del fotografo e lo declini troppo a un mero senso di malinconica nostalgia. La mostra vale davvero la pena di esser vista senza lasciarsi distrarre dal titolo.



Palazzo dei Principi di Correggio dal 18 Aprile al 23 Maggio 2010
Orari: sabato, 15.30-18.30, domenica e festivi: 10.00-12.30; 15.30-18.30
Ingresso: gratuito.
Informazioni:
Palazzo dei Principi: Tel. 0522/691806; museo@comune.correggio.re.it
http://www.museoilcorreggio.org/
http://www.palazzomagnani.it/

lunedì 10 maggio 2010

"Vernissage"




 





Venerdì 7 maggio abbiamo inaugurato ed è stato un successo!
L'idea di una "temporary home gallery" è piaciuta a molti e il commento di tanti è stato quello che non sembrava nemmeno di essere a Reggio Emilia...ma più a Berlino, ad esempio.
Duranti i miei numerosi soggiorni mi è capitato spesso di trovarmi in appartamenti adibiti a gallerie, discoteche, ristoranti o altro. A Berlino sperimentare è naturale. E ci piace pensare di aver copiato degnamente la "sperimentazione teutonica".

Saremo aperti un altro fine settimana...sarebbe bello poter tener aperto fino a giugno, ma le nostre risorse economiche nonchè la disponibilità di tempo, non ce lo permette!

Però son soddisfatta. Soddisfatta delle risposte positive avute dai visitatori. Bene, avanti così a tutta forza!

giovedì 6 maggio 2010

La notte e i suoi abitanti


Last night I had the strangest dream è il titolo del lavoro che presento quest’anno durante la quinta edizione della settimana della fotografia. Si tratta di un progetto già iniziato nel 2009 durante la vacanza “studio” in USA. Le due settimane di workshop all’ICP, musei e gallerie e il viaggio nei luoghi vasti e desolati del far west. Tutto questo ha contribuito a dar forma ad un idea che è diventata un progetto e che ora è in mostra in via Boiardi 4/1, a Reggio Emilia. Un progetto tuttavia in divenire, che continua ed è destinato ad ampliarsi.

La notte ha sempre avuto un effetto benefico su di me. Di notte le idee si alimentano, le visioni si allargano, le scelte appaiono meno defintive. La notte è il luogo della conciliazione con me stessa ma è anche il luogo delle paure e delle angosce, dei vuoti creati dalle ombre, dei sussulti provocati dai rumori. Terrore ed entusiasmo convivono insieme e sono le due facce della stessa realtà. È proprio nella notte più buia che prendono forma le mie visioni fotografiche, spesso ispirate da suggestioni letterarie, pittoriche e cinematografiche. Il buio totale è una barriera, un limite ma può anche diventare un varco verso qualcosa di nuovo e sconosciuto. I personaggi che ambientano questi paesaggi sembrano contrapporsi a quel buio essendo reali e visibili, ma allo stesso tempo ci ricordano quanto sia labile e sottile il limite dal quale si spalanca un mondo altro ed oscuro. È proprio da queste ambivalenze che scaturisce l’anima di questo lavoro. Da una parte il visibile che porta con sé angosce e timori. Dall’altra la fantasia che si emancipa da qualsiasi influenza razionale e può vagare finalmente libera.

© Elena Fantini

lunedì 3 maggio 2010

4+2-1 - Eventi - Premio Celeste

4+2-1 - Eventi - Premio Celeste

4+2-1


Evviva, si parte.
Venerdì 7 maggio alle ore 19.00 l’inaugurazione. E poi due week-end di apertura.



Dove siamo? Abbastanza facile. Via Boiardi. Per i Reggiani, camminando in via Toschi verso piazza san Prospero, passata la Brasserie (sulla destra) la via successiva è proprio via Boiardi. Appartamento al primo piano del civico 4 (ma esporremo cartelloni per renderci individuabili). Via Boiardi sfocia sulla via Emilia, più o meno di fronte a Max Mara.
Fra uno shopping ed un caffè, una visita alla TEMPORARY APARTMENT GALLERY è molto COOL.

Ps: per gli amici e visitatori che non conoscono Reggio…beh, vi consiglio di parcheggiare intorno al centro (ideale viale Montegrappa ), dirigervi verso via Emilia San Pietro ("lato" Modena) e via Boiardi è una laterale della via Emilia (nella cartolina invito trovate la cartina)! Vi aspettiamo!

sabato 1 maggio 2010

Associazione sì, associazione no!

Fare parte di un gruppo o ballare da soli?
Beh, questo è uno dei dilemmi che prima o poi interessa tutti in un qualsiasi o in molteplici momenti della vita. A scuola, all’università, in viaggio, al lavoro, nel tempo libero. Ed è proprio qui che si animano le espressioni più interessanti di aggregazione, perché fare le cose insieme agli altri molto spesso è gratificante, educativo e costruttivo.
Lo stesso accade per la fotografia.
Incontrarsi, scambiare opinioni, conoscere altre persone con le stesse passioni è un modo per ampliare i propri campi visivi e provarsi in un nuove sfide. Talvolta le associazioni sono serie, interessate, radicate e produttive. Pongono domande e pretendono risposte. Una di queste è di certo Refoto della quale ho fatto parte per qualche anno. Lì la mia passione fotografica è diventata finalmente consapevole e matura; le mie capacità si sono ampliate e diversificate. I corsi sono professionali (se si pensa alla struttura e ai costi esigui), gli incontri sempre interessanti con fotografi professionisti, le sfide sempre nuove e interessanti.
Ma associazione fa rima con prigione?
Non si balla da soli quando si è in gruppo. Devi esser fedele a regole non scritte ma condivise. Non ci sono mezze misure o sei fuori o sei dentro. Peccato. Peccato per gli amici, per gli incontri, per i progetti compiuti e per tutto il resto che si poteva ancora fare insieme.
Così senza mezze misure e senza nessun sconto, son fuori.
Si sa, noi viviamo per cambiare e le cose cambiano per vivere. La passione si alimenta con altre sfide, più alte e più lontane.
Avere un appoggio rinfranca sempre gli spiriti indecisi e nel decennio della condivisione a tutti i costi, ballare da soli è un paradosso.
Ma gli agi ingrassano ed indeboliscono l’animo e la comodità è nemica dei grandi viaggi…
I bei ricordi rimangono, ma forza, avanti, da soli, un passo di valzer, una storta alla caviglia, ahi, e ancora un altro passo, più deciso stavolta, risoluti, e via ballando, mentre la musica continua a suonare…


© Elena Fantini 2010