giovedì 25 marzo 2010

Lasciamoci incantare


Quest'anno il tema della settimana della fotografia europea è l'INCANTO. Ci hanno detto che a causa dei numerosi tagli, l'evento sarà ridotto rispetto alle scorse edizioni, le mostre aperte soltanto nei week-end e meno numerose (pare). E' probabile che quelle "istituzionali" lo siano (siccome sono finanziate dal comune) ma son sicura che la città si riempirà di micro-mostre ovunque. I panettieri, le macellerie, i negozi, tutti esporanno il simbolo d'appartenenza all'evento seppure esponendo anche solo un'immagine. Non so ancora quanto la quantità porti alla qualità dell'evento (preferiremmo che i mobiliaristi di Reggio facessero lo stesso aprendo il loro ambienti sfitti a mostre di ben più ampio respiro) ma di buono c'è la partecipazione. E di questi tempi che una città aderisca ad un evento culturale è già un primo buon passo. Però ho come l'idea che questo non vada oltre. Al di là dell'impeto di tutti di esporre qualcosa, a cosa serve tutta questa visibilità? A moltiplicare gli eventi culturali anche in periodi extra-festival? A sollecitare gli enti ad investire in ulteriori mostre o workshop o scambi culturali "europei"? Dove sono i critici, le riviste, gli editor ossia quelli che alimentano gli eventi? Se ne vanno in giro a vedersi le mostre istituzionali annuendo soddisfatti e paghi di tanto sforzo intelletivo, eccoli intorno a un tavolo a gustare i tortellini di Reggio che son tanto buoni. In questa Italia che guarda la cultura dall'alto al basso, la tavola ci livella tutti.
©Elena Fantini

mercoledì 24 marzo 2010

Riviste di fotografia online

Che internet sia ormai diventato un’abituale fonte d’informazioni è cosa nota a tutti. Addirittura la televisione cita sempre più spesso notizie e curiosità provenienti dal mondo virtuale. Non c’è da stupirsi vista la velocità con cui viaggiano le notizie ma anche la facilità a reperire qualsiasi tipo di informazione. E questo vale anche per le arti. Del resto tramite internet si possono sapere orari, date e dettagli di tutte le mostre in Italia o all’estero e a volte anche visitare virtualmente gallerie o musei. Si può essere informati tramite newsletter o invitati a qualche evento tramite facebook. E non da meno è la fotografia che attraverso internet ha trovato un suo libero sfogo. Internet è diventato il mezzo più democratico (e talvolta anche meritocratico) per raccontare la fotografia in tutti i suoi aspetti, tecnici e artistici. Non ci sono vincoli e nel mare virtuale si può vedere davvero di tutto. Ognuno può crearsi un web o un blog, o postare le proprie immagini su facebook, myspace, flickr, etc. Ho sentito tantissimi fotografi parlare di overdose fotografica e criticare la quantità rispetto alla qualità. Ovviamente la “democrazia” permette la parola a tutti e di conseguenza si vedranno immagini dilettantesche vicino a grandi capolavori. Ma credo che abbiano perso di vista un aspetto preciso: la libertà di espressione che è di tutti e la libertà di scelta, ovvero di imparare a discernere da ciò che piace e che è di qualità, da ciò che invece è banale o mediocre. Ma non è lo stesso principio alla cui base è la nostra vita. La conoscenza è una qualità che va costantemente alimentata e non un momento univoco che termina con la fine degli studi.
Ma al di là di queste disquisizioni di poca importanza, c’è il fatto che internet ci offre grandi opportunità. Per chi le vuole cogliere ovviamente.
E nel maremagnum delle pubblicazioni fotografiche online (che non son poi tante in realtà) ho scoperto BLUR MAGAZINE: una rivista ONLINE e GRATUITA che esce virtualmente ogni tre mesi ed è scaricabile come pdf dal loro sito (www.blur-magazine.com) . La rivista è croata ma tradotta in inglese e comunque quello che ti colpisce son proprio le immagini ed i portfoli dei vari artisti pubblicati. Un esempio di “democrazia” perché gli editor invitano i lettori a mandargli le loro immagini o i loro portfoli.