lunedì 2 marzo 2009

Secondo voi come si giudica una foto?


Questo è uno di quegli argomenti di cui si potrebbe parlare per anni e anni senza raggiungere mai un accordo od una regola definitiva.

Innanzitutto dipende da chi giudica. Se io faccio vedere una “bella” foto a mia mamma, lei mi dirà “ma che bella. Sei davvero brava”.

Lei la guarderà infatti per l’impatto emotivo che la foto ha su di lei. Un bel tramonto, la foto di suo nipote sorridente, il gatto che ti guarda sornione: tutte immagini che potrebbero ottenere facilmente il benestare di molti. Infatti siamo normalmente attratti, dalla cosiddetta bellezza delle immagini più palesi, quelle che per cultura ed abitudine vediamo più spesso. Per non tralasciare, inoltre il fattore emozionale ed affettivo che gioca un ruolo primario in questi casi. Se invece il nostro pubblico è composto da sconosciuti o persone che fanno parte di forum vari, circoli, etc, il metro di giudizio cambierà, anche se i cliché normalmente abbondano. Infatti, se vi è mai capitato di sfogliare riviste nelle quali vi chiedono la spedizioni di immagini per temi e confronti o di presentare le vostre immagini in circoli dove l’età media di solito super i 50, noterete una spasmodica attenzione al particolare tecnico ed alla resa oggettiva della vostra immagine.

Ogni singolo elemento è messo alla prova ed un bianco troppo bruciato o un nero senza “dati”, diventerà l’unico elemento soppesato della vostra foto, per quanto forte o d’impatto essa possa essere. Qui ci si sofferma spesso sulla singola immagine, scandagliandone ogni minima aberrazione e cercando significati anche quando questi dovrebbero esser lasciati alla sensibilità o all’immaginario di ciascuno. Mi astengo dai forum su internet. Tanti, vari, poliedrici, tutti dicono tutto e qui, la scelta è talmente ampia da rendere impossibile qualsiasi catalogazione di generici metri di giudizio.
Molto spesso, è l’assonanza di immaginari e la consonanza di gusti che avvicina chi guarda alle nostre immagini. E questo vale anche quando si parla dei “cosiddetti” critici, ossia quella platea di persone preposte al giudizio ai fini più disparati: semplici letture di portfolio, mostre, concorsi, e simili. Qui sottoponiamo le nostre creazioni a chi è “abituato” a vedere, chi è preposto a giudicare, per studi, professione o qualcosa che auspicabilmente si avvicini a ciò. Questo è il campo che più ci interessa ed è anche quello più difficile da comprendere o decifrare. Ovviamente, chi crea un’immagine non come semplice ricordo, ma al fine di rappresentare qualcosa o dire qualcosa, afferma che se l’immagine è convincente per sé, non importa il giudizio altrui.
Questo è vero, ma è anche vero che quello che riproduciamo, per quanto senso e impegno possa contenere, deve saper veicolare i nostri messaggi, sennò il fine non è raggiunto. Quindi nel momento in cui scegliamo le nostre immagini per sottoporle ad un giudizio, dobbiamo avere le idee chiare. Chiarire cosa vogliamo dire, chiarire a chi ci rivolgiamo. Non tutti possono apprezzare la stessa foto. Chi la esalta come capolavoro, chi la considera ben poco: e questo della stessa immagine.
Una responsabile di una galleria d’arte non giudicherà mai allo stesso modo che una responsabile di un’agenzia fotografica.
Qui di solito nasce il caos profondo della nostra mente: avere sulle stesse immagini pareri completamente opposti. Quindi, non esiste un metro di giudizio universale: ogni singola persona potrà darvi giudizi o suggerimenti diversissimi. Ne deduco che sia io a decidere. Io a dover approfondire il mio studio, capire i lati deboli e quelli forti ed alla fine crederci veramente.
Vi sembra una conclusione banale? Ad esempio, ho sentito parlare malissimo da 50 persone sulle foto di Franco Fontana, mentre altre 50 me ne hanno parlato bene. Da che parte sta la ragione?
Per un buon giudizio “produttivo” (ossia che porti a qualcosa) dobbiamo aspettarci 20 cattivi giudizi.
Buona fortuna!
© Elena Fantini

1 commento:

  1. Fotografare. Dal greco: scrivere (dipingere) con la luce. Quando anche gli illetterati riescono a "leggere" una fotografia, la fotografia è Bella.

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