Ore 18:30 inizia il vernissage. A Postdamer Platz ci fanno uscire dalla metro, da oggi lavori in corso sulla linea rossa per 3 giorni. Prendiamo l’autobus sostitutivo, ci porta a Nollendorf Platz. Riprendiamo la metro, la U1 e decidiamo di scendere al capolinea Uhlandstrasse perché vicina alla meta. Saliamo e mi trovo la Kufurstenstrasse completamente chiusa al traffico e festante. Corri verso una via parallela, prendi un taxi, e in pochi minuti eccoci finalmente arrivati a Mommsenstrasse 27.
Davanti alla Factory-art gallery c’è un bel gruppo di persone che chiacchierano, fumano e bevono. Scendo nello scantinato. Inizio a visitare la mostra, ma in fretta perché cerco la mia opera. Prima sala. Mi piace il lavoro di Helland. Spazi, luci, e geometrie. Seconda sala. C’è un piccolo buffett. Un mobile dell’ikea montato ignorando le istruzioni (geniale nella sua semplità) e l’immagine di orologi a cucù che pendono dal soffitto e mi ricordano di quanto il tempo sia opprimente. Terza sala. Un cristo vestito da spider man (o spider che si atteggia?) appeso al muro e spaghetti legati (sono spaghetti italiani eppure mi fanno subito pensare al Giappone senza un motivo apparente). Quarta sala. Un paesaggio innevato, la tenda di un circo ed una bambina che vola nel cielo stellato spinta in alto da palloncini colorati. Ecco la mia opera esposta. Un brivido di compiacenza, breve ma intenso. Si avvicina Margherita, mi saluta e si congratula. Mi stava aspettando (sono l’ultima eh eh). Qualche chiacchiera e poi continuo la vista. Quinta e ultima sala. C’è un mappamondo ferito. Diretto e pungente non ha bisogno di didascalie. C’è il ritratto di Malwina. Poetico ed evocativo. E due dipinti. Quello di Csaba l’avevo già notato. Decisamente pulp. Ora sono qui alla mia prima vera mostra europea dopo l’avventura newyorchese. Conosciamo un po’ di gente, arriva la mia amica Uschi e mi porta un mazzolino di fiori e finalmente ci raccontiamo gli ultimi anni, un po’ in fretta perché stiamo andando tutti al ristorante. A cena chiacchieriamo, scambiamo opinioni. Alcuni di loro frequentano o hanno frequentato accademie d’arte e mi parlano di quanto sia famosa Modena come città della fotografia e quanto stia investendo in questo. Ma come, non era la vicina Reggio capitale della fotografia? No, Modena e le sue stupende mostre. Di Reggio si parla poco. Il mondo dell’arte ignora quasi completamente il Festival della fotografia europea. Forse perché dovrebbe diventare il Festival europeo della fotografia? Che importa? Io questo anno espongo in Europa!